La Cooperazione Territoriale Europea come motore delle politiche di sviluppo locale: l’esperienza del Punto di contatto nazionale MED.
ART-ER è coinvolta nella programmazione 2014-2020 come Punto di contatto nazionale di Interreg MED, con il compito di fornire supporto informativo sul programma ai potenziali ed effettivi beneficiari italiani durante la fase di apertura dei bandi e per tutto il ciclo di vita dei progetti, garantendo al contempo la promozione di visibilità, diffusione e valorizzazione dei risultati ottenuti e svolgendo azioni mirate ad approfondire alcuni aspetti relativi all’attuazione del programma sul contesto nazionale.
Il programma assegna al mainstreaming – ovvero all’integrazione di nuove conoscenze e buone pratiche nei livelli di elaborazione delle politiche regionali, nazionali o europee – uno degli obiettivi centrali del proprio lavoro, come testimoniato dall’architettura di programma articolata in progetti modulari, orizzontali e di governance, e dai precisi compiti assegnati ai Punti di contatto nazionali nell’ambito dell’assistenza tecnica ai beneficiari.
Con l’intento quindi di assolvere a questo obiettivo, ART-ER ha sviluppato tra il 2018 e il 2019 un lavoro specificamente dedicato al mainstreaming attraverso l’organizzazione di sei Focus Group che hanno coinvolto Amministrazioni centrali, strutture di coordinamento regionale dei Programmi di CTE, Autorità di gestione dei POR FESR e FSE e dei Programmi di CTE a livello nazionale, e beneficiari di progetti, con la finalità ultima di approfondire la capacità e le modalità di trasferimento e di integrazione dei risultati dei progetti di Cooperazione Territoriale Europea (CTE) nelle politiche locali e nazionali.
I Focus group sul mainstreaming costituiscono lo sviluppo naturale di un’esperienza di valutazione dei progetti MED 2007-13 realizzata tra il 2012 e il 2014 da 8 regioni italiane, durante la quale è stato applicato un modello di valutazione – implementato da ERVET (oggi ART-ER) per conto della Regione Emilia-Romagna – incentrato su una serie di criteri valutativi considerati significativi della capacità dei progetti di influire sul contesto locale (il metodo di valutazione ERVET è stato di recente capitalizzato anche nell’ambito di PANORAMED, il progetto piattaforma di Interreg MED). Facendo riferimento a tale esperienza di analisi, sono emerse infatti alcune riflessioni utili a comprendere il valore dei progetti di CTE per lo sviluppo locale.
Innanzitutto, la possibilità di incidere sulla crescita delle competenze e del capitale sociale delle strutture coinvolte, grazie alla dimensione transnazionale e allo scambio che stanno alla base dei progetti di CTE, che arricchiscono le conoscenze sulle tematiche specifiche trattate dagli interventi finanziati.
In secondo luogo, quella di innescare il rafforzamento e/o la creazione di reti funzionali tra attori e territori, con l’effetto ultimo di intensificare la governance locale, il coordinamento strategico e le azioni di sensibilizzazione sulle tematiche prioritarie oggetto d’interesse dei progetti.
Un’ulteriore dimensione di crescita sulla quale i progetti di CTE hanno capacità di incidere è l’innovazione materiale e immateriale riferibile a nuovi prodotti, processi e servizi, che il più delle volte assumono valore di integrazione (ad es. pacchetti turistici integrati, sistemi di monitoraggio integrati e modelli condivisi di gestione di dati).
Ma, soprattutto, l’aspetto più rilevante offerto dalle esperienze progettuali MED è relativo alla capacità di “complementare” lo sviluppo locale, adottando i risultati dei progetti all’interno di strumenti di programmazione a livello locale, regionale e nazionale, creando sinergie e integrazione, e ispirando, sul piano attuativo, nuovi obiettivi e progettualità.
Sulla base delle riflessioni emerse dalle analisi svolte, i cui risultati sono disponibili a questo link, e della rilevanza assegnata oggi al mainstreaming a livello europeo, nel 2018 il Punto di contatto nazionale del Programma MED ha quindi dato vita ad un nuovo percorso di approfondimento svolto appunto dai Focus group su quattro diversi temi – Attuazione, Capitalizzazione e Comunicazione, Governance, Monitoraggio e Valutazione – con l’obiettivo di approfondire le esperienze di integrazione sviluppate nei diversi ambiti, e di individuare azioni di orientamento per gli assetti amministrativi, procedurali ed attuativi che saranno definiti per la programmazione 2021-2027.
L’esperienza di lavoro dei Focus Group ha consentito prima di tutto di approfondire conoscenze e prassi relativamente all’integrazione dei risultati di progetto nella programmazione regionale, come evidenziato dall’analisi di alcune esperienze progettuali tra le quali: LOCATIONS, per l’integrazione nei PUMS dei Piani di mobilità e trasporto sostenibili sviluppati; CHIMERA, per aver influito sulla nascita di uno strumento di regolazione regionale dedicato ad un soggetto gestore del cluster delle imprese culturali e creative; CRE:HUB, per aver inciso sulla creazione di nuove start-up culturali e sulla determinazione di uno specifico supporto a quelle già esistenti e beneficiarie dei fondi del POR FESR.
In secondo luogo, grazie al coinvolgimento delle amministrazioni regionali sull’analisi della propria capacità di integrare i risultati dei progetti di CTE nel quadro programmatorio regionale, l’attività ha consentito di delineare un quadro di governance di riferimento capace di favorire al meglio il trasferimento e la capitalizzazione dei risultati dei progetti, rendendo evidenti le necessità che potrebbero impegnare i soggetti politici nei prossimi anni per massimizzare l’impatto dei progetti di CTE e l’efficacia delle politiche di coesione.
Ed è grazie a questi esiti che la presentazione dell’esperienza dei Focus group sul mainstreaming è stata richiesta anche in occasione di appuntamenti internazionali incentrati sul tema della governance e della capitalizzazione dei risultati di progetto e di programma.
Come lo scorso 25 ottobre, quando il progetto PANORAMED ha organizzato ad Atene una conferenza dal titolo «Dai progetti Interreg al processo decisionale: buone pratiche tratte dalle esperienze di “integrazione” in Europa» nell’ambito della quale ART-ER ha presentato l’esperienza dei Focus group come caso studio su come le istituzioni pubbliche e le parti interessate integrano i risultati dei progetti di CTE nelle proprie politiche e strategie, insieme a quello di Francia e Portogallo.
A Budapest, invece, il 5 e 6 novembre, il modello di valutazione sopra descritto e l’esperienza dei Focus group sono stati presentati ad un seminario di INTERACT dal titolo «Evaluation, Capitalisation and Communication». La due giorni, che ha visto il coinvolgimento di oltre 50 rappresentanti di Autorità di gestione di programmi Interreg e strategie macroregionali, era infatti dedicata ad una riflessione tecnica sui collegamenti tra valutazione-capitalizzazione-comunicazione, e su come utilizzare i risultati della valutazione per il processo di programmazione post 2020. La presentazione dell’esperienza del Punto di Contatto Nazionale è stata inserita in una sessione dedicata alla capitalizzazione dal titolo “Come utilizzare i risultati della valutazione per la capitalizzazione?”, proprio per il suo contributo a comprendere come gli esiti di una valutazione opportunamente strutturata e mirata a cogliere i risultati ottenuti da un progetto sul territorio, siano strettamente funzionali alla successiva capitalizzazione di quello che il progetto è stato in grado di esprimere sul contesto locale.
Nella futura fase di programmazione 2021-2027 dei fondi strutturali, l’importanza dei processi di integrazione e la capacità dei Paesi e delle Regioni di utilizzare la CTE come risorsa aggiuntiva, a complemento dello sviluppo territoriale, sarà sempre maggiore. Nell’attuale dibattito negoziale sulla prossima programmazione 2021-2027, al termine mainstreaming è subentrato quello di “embedding”, stando a sottolineare come il confluire nella “corrente principale” ceda il passo alla ferma volontà di incastonare in maniera più chiara ed evidente la CTE nel quadro più complessivo dei Fondi UE.
Una sfida sempre più interessante, che presuppone l’identificazione di nuovi e concreti modelli di dialogo e raccordo, allo scopo di uscire dalla frammentazione di competenze e processi decisionali, e di confermare l’efficacia e qualificare il ruolo delle politiche regionali di sviluppo e coesione nel suo complesso e avvalorare il ruolo della CTE come reale e propulsivo complemento al mainstream.
Approfondimento a cura di:
Punto di contatto nazionale Programma MED
Contatti: rita.fioresi@art-er.it – lidia.castagnoli@art-er.it