L’Iniziativa di investimento e il Fondo di solidarietà per i Paesi UE per affrontare l’impatto della pandemia
Con la pubblicazione lo scorso 31 marzo sulla Gazzetta Ufficiale UE dei testi legislativi, dal 1° aprile ha preso il via l’attuazione dell’Iniziativa d’investimento in risposta al coronavirus (CRII) e all’estensione dell’ambito di applicazione del Fondo di solidarietà dell’UE per affrontare l’emergenza causata dalla pandemia.
Si tratta di due misure che fanno parte del pacchetto di interventi annunciato dalla Commissione europea lo scorso 13 marzo per aiutare gli Stati membri ad arginare l’impatto socio-economico causato dal coronavirus.
L’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRII)
Con l’Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus l’UE intende mobilitare i fondi della politica di coesione per rispondere in modo flessibile alle necessità dei settori più colpiti dalle conseguenze della pandemia, come il settore dell’assistenza sanitaria, quello delle imprese e il mercato del lavoro. Sarà così possibile reindirizzare rapidamente 37 miliardi di euro di risorse UE per contrastare l’impatto del coronavirus agendo in due direzioni: quest’anno la Commissione europea non chiederà agli Stati membri la restituzione dei prefinanziamenti versati nel 2019 a titolo dei fondi strutturali e non spesi. Si tratta complessivamente di circa 8 miliardi di euro provenienti dal bilancio dell’UE che gli Stati membri potranno trattenere e utilizzare per rispondere all’emergenza; a queste risorse si aggiungono 29 miliardi di euro di fondi della politica di coesione non ancora assegnati, che i Paesi UE potranno ora riprogrammare verso interventi necessari per fronteggiare la crisi.
Si punta in questo modo a mobilitare rapidamente risorse disponibili provenienti dai fondi strutturali per permettere ai Paesi UE di avere maggiore liquidità per una risposta immediata alla crisi da coronavirus e convogliare i fondi negli ambiti in cui è più necessario: sanità, sostegno alle PMI e mercato del lavoro.
In vista dell’avvio della CRII, il 18 marzo i commissari UE Elisa Ferreira, responsabile per la Coesione e le Riforme, e Nicolas Schmit, responsabile per il Lavoro e i Diritti sociali, hanno inviato agli Stati membri una lettera per informare ogni singolo Paese sul sostegno finanziario individuale di cui avrebbe potuto beneficiare nel quadro della nuova iniziativa, fornendo anche indicazioni concrete su quali interventi è possibile riorientare i fondi della politica di coesione.
Questa è la lettera inviata al governo italiano.
Fondo di solidarietà dell’UE
Il Fondo di solidarietà dell’UE è stato attivato a partire dal 2002 per fornire assistenza finanziaria agli Stati membri colpiti da calamità naturali. Da allora è stato utilizzato ben 80 volte in risposta a diversi tipi di catastrofi, tra cui inondazioni, incendi forestali, terremoti, tempeste e siccità. Finora sono stati erogati oltre 5 miliardi di euro a favore di 24 Paesi europei. L’Italia ha beneficiato più volte del sostegno del Fondo: dal terremoto in Molise del 2002 ai terremoti che hanno colpito l’Emilia-Romagna nel 2012 e l’Italia centrale nel 2016 e 2017 fino alla tempesta che ha devastato il Triveneto nel 2018, ricevendo quasi 2,8 miliardi di euro di risorse UE.
A partire dal 1° aprile l’ambito di applicazione del Fondo è ampliato: è stabilito che fra le situazioni per le quali un Paese può richiedere l’aiuto del Fondo vi è anche “una grave emergenza di sanità pubblica”. In questo modo gli Stati membri colpiti più duramente dalla pandemia di Covid-19 potranno ricevere un sostegno supplementare per affrontare la crisi sanitaria. Per il 2020 sono disponibili complessivamente 800 milioni di euro.