Horizon 2020: dalla UE quasi 1,8 miliardi alle Università italiane
A rilevarlo è un’analisi di ART-ER condotta su dati dell’UE Open Data Portal del marzo 2022 e tradotta in un tool interattivo, facilmente consultabile e ricco di dettagli, accessibile sul portale EMILIA-ROMAGNA INNODATA.
Uno sguardo d’insieme sul programma restituisce una fotografia che vede il nostro paese al quinto posto a livello europeo per numero di progetti (16.019) e contributo ricevuto (5,6 miliardi € circa), alle spalle di Germania (19.333 progetti e oltre 10 miliardi di € di contributo), Gran Bretagna, Francia e Spagna.
Sono 87 le università italiane che hanno realizzato 3.631 progetti di ricerca e innovazione (4.609 le partecipazioni totali di più università ai medesimi progetti), assumendo il ruolo di leader nel 36% dei casi. Il Politecnico di Milano (432 partecipazioni e 188 milioni di €), l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna (350 partecipazioni e 151 milioni di €), il Politecnico di Torino (264 partecipazioni e 105 milioni di €) e l’Università di Padova (276 partecipazioni e 103 milioni di €) sono gli atenei che evidenziano la performance migliore a livello nazionale.
Come facilmente prevedibile, il 95% dei progetti è stato realizzato dagli atenei statali, a cui arriva il 94% dei contributi erogati. Ma il dato nazionale restituisce anche un punto di vista ulteriore. Le università nelle prime 10 posizioni in graduatoria raccolgono oltre il 50% del contributo totale ricevuto (967,4 milioni di €), a testimonianza di un perdurante squilibrio nella capacità di accesso ai fondi europei.
Interrogando il tool di ART-ER e analizzando più nel dettaglio i progetti, si nota come la formazione e mobilità dei ricercatori, finanziata dalla misura Marie Sklodowska Curie (MSCA), risulti essere quella con più partecipazioni finanziate: 1.332, pari al 29% del totale.
A seguire con 417 partecipazioni finanziate, pari al 9% del totale, la misura relativa allo European Research Council (ERC), che sostiene ricercatori di eccellenza in attività di ricerca di frontiera, orientata a progressi fondamentali della conoscenza. Inoltre, Tecnologie dell’informazione e della Comunicazione (297 partecipazioni – 6,4%), Salute, cambiamento demografico e benessere (279 partecipazioni – 6,1%) e Sicurezza alimentare, marittima e bioeconomia (252 partecipazioni – 5,5%), chiudono la classifica dei primi 5 programmi con maggiori partecipazioni.
Un’ulteriore lettura dei dati, possibile tramite il tool, è quella dedicata ai temi di ricerca dei progetti finanziati. Dall’analisi dei 3.631 progetti total che coinvolgono le università italiane, ben 3.215 (89%) sono stati contrassegnati con keyword tematiche (secondo la tassonomia multilingue EuroSciVoc che rappresenta tutti i principali campi della scienza scoperti da CORDIS), secondo 6 macro ambiti e relativi sotto ambiti. Tra questi, “Natural Sciences” è il macro ambito con più progetti (1.857), al cui interno spiccano quelli sulle scienze informatiche, in particolare data science e Intelligenza artificiale, le scienze biologiche e quelle fisiche.
Tra i macro ambiti troviamo in seconda posizione “Engineering and Technology” con 1.290, in cui vale la pena evidenziare la grossa spinta alla progettazione che viene dai temi connessi all’ambiente e alle tecnologie energetiche sostenibili. Seguono “Social Sciences” con 1.021 progetti, “Medical and health sciences” (746), “Humanities”(282) e “Agricultural sciences” (256).
Terminato Horizon 2020, il sostegno all’eccellenza scientifica, alla ricerca collaborativa e a tutte le forme di innovazione è assicurato dal nuovo programma Horizon Europe che, con una dotazione di 95,5 miliardi di euro, prosegue nella missione di identificare grandi traguardi e contribuire a risolvere alcune delle più grandi sfide del nostro tempo. Tutti i dettagli e le opportunità sono illustrate nel servizio informativo FIRST.
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