La Rete dei Tecnopoli dell’Emilia Romagna al servizio della Transizione Energetica
“Il patto per il lavoro e per il clima con i suoi ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione impone un’accelerazione alla transizione energetica” si legge nella Strategia di ricerca e innovazione per la specializzazione intelligente 2021-2027. Proprio di questa accelerazione è protagonista anche la Rete dei Tecnopoli dell’Emilia Romagna, che è impegnata in diversi studi e progetti volti a individuare soluzioni per ridurre l’impatto della CO2 nell’atmosfera e favorire lo sviluppo di energie pulite.
L’attenzione del Tecnopolo di Parma per le comunità energetiche e l’agricoltura sostenibile
È in quest’ambito, e in particolare quello dei Modelli per l’accessibilità all’energia, che anche il Tecnopolo di Parma si sta muovendo con diversi momenti di condivisione, riflessione e informazione.
Da un lato, l’evento “Criticità e potenzialità delle comunità energetiche in Emilia-Romagna” del 22 settembre. La tavola rotonda e i tavoli di lavoro, che coinvolgeranno anche il prof. Fabrizio Storti, Pro Rettore alla Terza Missione dell’Università di Parma, e il prof. Agostino Gambarotta, direttore del Centro interdipartimentale per l’energia e l’ambiente Cidea, saranno l’occasione per un confronto strategico sullo sviluppo delle comunità energetiche e nell’ottica dello sfruttamento ottimale delle risorse rinnovabili: i dati raccolti e le criticità emerse durante una survey a cui hanno partecipato i soci del Clust-ER Greentech, enti di ricerca, enti del terzo settore e imprese saranno il punto di partenza per individuare possibili proposte e soluzioni per il futuro.
Dall’altro, la diretta Instagram del 27 luglio, sul contrasto alla crisi idrica per un’agricoltura più sostenibile e più in generale sul tema della transizione ecologica. Il live social, organizzato dal Tecnopolo di Parma e dalla community Igers Parma, ha presentato il progetto POR FESR Positive sull’utilizzo di sistemi di monitoraggio satellitari e tecnologie intelligenti per razionalizzare e ridurre i consumi di acqua nell’irrigazione dei campi agricoli.
Al Tecnopolo di Piacenza si studiano le Tecnologie per la cattura, il trasporto e l’iniezione di CO2
Per contrastare l’immissione in atmosfera di importanti quantitativi di anidride carbonica e identificare soluzioni specifiche, il Tecnopolo di Piacenza, con il suo laboratorio LEAP, è parte attiva in diversi studi e progetti di ricerca nell’ambito delle Tecnologie per la cattura, il trasporto e l’iniezione di CO2 per l’abbattimento delle emissioni climalteranti nell’ambito dei processi industriali.
In particolare, il Tecnopolo di Piacenza insieme al Politecnico di Milano, nell’ambito di una collaborazione internazionale con il Centro di Termodinamica dei Processi di Mines Paris, Total Energies e l’Université de Toulouse, hanno condotto uno studio sulle diverse tecnologie di cattura dell’anidride carbonica che, integrate con processi produttivi volti a minimizzare la penalizzazione e i costi, portino benefici ambientali ed economici che preservino la competitività del processo stesso. Lo studio modellistico, pubblicato anche sulla rivista “Separation and Purification Technology”, ha lo scopo di rappresentare la solubilità della CO2 in soluzioni acquose di amminoacidi.
Inoltre, insieme a Politecnico di Milano, Il Politecnico di Piacenza e il ClustER Greentech, il Tecnopolo di Piacenza è partner del progetto ENCASE, “A European Network of Research Infrastructures for CO2 Transport and Injection”. Il progetto, finanziato dalla Comunità Europea, prenderà ufficialmente il via a gennaio 2023, con l’obiettivo di creare un network europeo di 7 infrastrutture di ricerca tra università, centri di ricerca e aziende in Italia, Norvegia, Olanda, Regno Unito, Polonia e Francia. Il network sarà coinvolto nel potenziamento di alcune infrastrutture già esistenti per il trasporto e iniezione della CO2, nella generazione di nuovi dati sperimentali e nello sviluppo di strumentazione, metodi di prova e modelli termodinamici che supportino l’implementazione della filiera CCUS (Carbon Capture Utilisation and Storage).
Un dottorando del Tecnopolo di Rimini studia le terre rare utili per la transizione energetica
Un ricercatore che opera nel Tecnopolo di Rimini, Gianluca Torta, è impegnato in un progetto di ricerca per l’estrazione di terre rare, elementi chimici difficili da trovare in concentrazioni elevate, utili per cellulari e altri apparecchi elettronici di uso quotidiano, ma soprattutto per le tecnologie che supportano la transizione energetica, come i motori elettrici per i mezzi di trasporto o le turbine delle pale eoliche.
Il dott. Gianluca Torta, iscritto al dottorato “Futuro della Terra, cambiamento climatico e sfide della società” presso il dipartimento di chimica industriale dell’Università di Bologna, sta studiando un modo economicamente sostenibile per estrarre le terre rare dai motori dei monopattini: questi elementi infatti costituiscono il 20-30% di un magnete che compone parte del motore. Per portare il processo di estrazione su scala industriale, Torta collaborerà anche con altri team di ricerca, soprattutto in Olanda e Belgio.
Il Tecnopolo di Rimini inoltre è attivo per fornire al territorio occasioni per approfondire il tema delle Comunità Energetiche in particolare delle imprese, con un focus anche sui vantaggi economici e fiscali previsti, nonché l’illustrazione di strumenti operativi e di casi reali. Questi aspetti sono stati trattati nel convegno dell’8 giugno 2022 con il coinvolgimento del prof. Leonardo Setti del CIRI FRAME, Alessandro Pesaresi di Confindustria Rimini e Giovanni Giannini di Sogliano Ambiente SPA, moderati dal Lorenzo Succi del Tecnopolo di Rimini.