Quale futuro per le politiche sulla digitalizzazione dell’agroalimentare in Europa?
Il 29 novembre a Malaga si terrà l’evento finale di Regions 4Food, durante il quale verranno presentate anche le Raccomandazioni Strategiche elaborate nell’ambito del progetto di cui ART-ER è partner.
Cogliamo l’occasione per riprendere un’intervista con Ana Maria Corredera Quintana, Assessore all’Agricoltura della Regione Andalusia, regione capofila del progetto Regions 4Food di cui ART-ER è partner, abbiamo parlato dell’importanza delle Raccomandazioni strategiche elaborate in seno al progetto, che contengono alcune indicazioni per lo sviluppo futuro delle politiche sulla digitalizzazione del settore agroalimentare in Europa.
Quali sono gli obiettivi di questo documento?
L’obiettivo delle Raccomandazioni strategiche è influenzare le strategie di digitalizzazione dell’UE nella catena del valore agroalimentare, con particolare attenzione al prossimo periodo di programmazione. Le sei raccomandazioni strategiche, insieme alle 10 conclusioni, mirano a migliorare la digitalizzazione della catena del valore agroalimentare. Queste raccomandazioni politiche sono state raggiunte attraverso un accordo comune su cui i partner stanno lavorando dal 2019 in stretta collaborazione con i loro stakeholder regionali.
Può descrivere brevemente l’ambito e l’obiettivo del progetto Regions 4Food e il suo ruolo nel coordinamento di 7 regioni all’interno di questo progetto?
Il progetto REGIONS 4FOOD mira a massimizzare il potenziale degli ecosistemi regionali riunendo le autorità regionali e tutti gli attori della catena del valore agroalimentare, migliorando gli strumenti di politica regionale e promuovendo la digitalizzazione del settore agroalimentare.
In questo senso, poiché il progetto mira a formulare raccomandazioni politiche a livello europeo, le competenze e le migliori pratiche di digitalizzazione del settore agroalimentare e di specializzazione intelligente delle diverse regioni sono fondamentali. Pertanto, il ruolo del Ministero regionale dell’Agricoltura, dell’Allevamento, della Pesca e dello Sviluppo Sostenibile del Governo dell’Andalusia è quello di riunire le 7 regioni coinvolte nei progetti e di trasferire conoscenze ed esperienze, nonché di promuovere l’implicazione della quadrupla elica nella digitalizzazione del settore agroalimentare e nella specializzazione intelligente a livello europeo.
Quali sono le principali sfide della digitalizzazione nel settore agroalimentare? Quali sono le principali barriere?
In linea con le tendenze della digitalizzazione nel settore industriale, oggi dobbiamo affrontare molte sfide e quelle relative al settore agroalimentare sono di natura diversa. Tra le più evidenti ci sono quelle legate alle competenze e alla formazione. Inoltre, va tenuto conto del fatto che potrebbero essere necessari servizi e tecnologie aggiuntivi, adattati al settore agroalimentare, per raccogliere dati e rispondere a varie domande relative alla sostenibilità del settore in tutte le sue dimensioni: economica, ambientale e sociale.
In ogni caso, nell’ambito dello sviluppo del progetto REGIONS 4FOOD, sulla base dell’apprendimento, dei dibattiti e dello scambio di esperienze tra i partner del progetto e i loro stakeholder, sono state individuate alcune sfide e barriere per la digitalizzazione nel settore agroalimentare. Queste sfide sono legate alla regolamentazione del processo di digitalizzazione, alla ricerca di misure di supporto aggiuntive e alla loro semplificazione per accelerare questo processo. Un’altra questione importante legata al processo di digitalizzazione è la necessità di migliorare l’interoperabilità e di sensibilizzare maggiormente l’azione pubblica. In questo senso, una roadmap di supporto è cruciale per una migliore implementazione del processo.
Allo stesso modo, parlando in termini pratici e dalla prospettiva di alcune regioni, l’età avanzata di molti agricoltori locali mette in evidenza un’altra grande sfida per il settore. Ad esse si aggiunge la sfida dell’atomizzazione delle aziende agricole in alcune regioni e la mancanza di cultura nell’utilizzo di soluzioni tecnologiche per migliorare la competitività.
Come possono i Big Data favorire l’innovazione di processo nel settore?
I ricercatori che si occupano di trasformazione digitale sottolineano che i Big Data potrebbero aiutare a coprire sia le sfide che le opportunità grazie al loro grande volume e alla loro varietà. In termini di sfide, l’idea principale è la capacità di gestire tutto il carico di lavoro dei dati raccolti. In termini di opportunità, i Big Data offrono la possibilità di controllare il processo dall’inizio fino al prodotto finale, consentendo così la tracciabilità, la produttività, la sicurezza alimentare e la sostenibilità del settore agroalimentare in generale. Allo stesso modo, i Big Data collegano facilmente l’agricoltura e l’agroindustria consentendo una maggiore interoperabilità, connettività e lo sviluppo di nuovi modelli di business.
Inoltre, il coinvolgimento della quadrupla elica in questo grande processo rafforza l’ecosistema dell’innovazione digitale, in altre parole, sta portando l’agricoltura a un nuovo livello, così come la catena di approvvigionamento e l’industria agroalimentare.
La sua importanza è evidente anche nel fatto che REGIONS 4FOOD è nato dalla volontà di 7 regioni europee che fanno parte del Partenariato tematico europeo sulla tracciabilità e i Big Data nella catena del valore agroalimentare. Questo partenariato europeo è guidato anche da questo Ministero regionale, a cui oggi appartengono più di 20 governi regionali europei.
Quali indicazioni sono emerse da sottoporre ai decisori politici?
Tenendo conto delle sfide e degli ostacoli alla digitalizzazione del settore agroalimentare, la creazione di quadri giuridici per la disponibilità di dati e di ecosistemi dell’innovazione, come i DIH o i cluster, nonché il consolidamento di quelli esistenti, sono tra le raccomandazioni politiche rivolte alle autorità europee, nazionali e regionali dai partner del progetto. In questo senso, un maggiore coinvolgimento della quadruplice elica in questo complesso processo è fondamentale per ottenere un approccio multidimensionale e completo alla politica corrispondente.
D’altra parte, il raggiungimento delle competenze necessarie attraverso la formazione e la creazione di nuovi profili professionali è una sfida importante per i responsabili politici.
In questo contesto, il progetto REGIONS 4FOOD ha tratto alcune conclusioni, come la necessità di una visione globale del settore e di un mix di politiche coordinate per il settore agricolo. I partner hanno inoltre concordato sulla necessità di promuovere sistemi di dati accessibili e responsabili e sulla necessità di una comunicazione pubblica in un linguaggio comprensibile. La creazione di reti e il lavoro in una dimensione interregionale con connessioni nuove e continue tra territori, settori e attori è la chiave per dare impulso alla digitalizzazione del settore in Europa.
Infine, vale la pena sottolineare che i sette Piani d’azione convalidati dai partner di REGIONS 4FOOD troveranno e genereranno nuove idee e conclusioni, che saranno prese in considerazione nei prossimi periodi di programmazione di progetti e politiche a livello europeo, nazionale e regionale.
In che modo la regione capofila ritiene che le regioni andranno avanti sulla base delle lezioni apprese e quale sarà, a suo avviso, la principale eredità lasciata da questo progetto interregionale a livello di rete, se ritiene che ci siano nuove relazioni istituzionali che permettano di capire che l’impatto di Interreg continuerà oltre la fine del progetto.
È chiaro che la portata del progetto REGIONS 4FOOD va oltre la sua conclusione. Da un lato, se pensiamo alle finalità del progetto in termini di rafforzamento della cooperazione tra i settori della ricerca e delle imprese e, quindi, di sfruttamento economico dei risultati di R&S&I, queste sono sostenibili nel tempo. Inoltre, il progetto mira a proporre linee strategiche per il nuovo periodo di programmazione. Queste linee strategiche sono allineate con la specializzazione territoriale intelligente e l’impegno per la digitalizzazione del settore agroindustriale come settore prioritario.
Ad esempio, nel caso del Piano d’azione per l’Andalusia, l’impatto è inquadrato nella RIS3 Andalusia 2014-2020 con lezioni apprese e governance efficiente per la S3 Andalusia 2021-2027.
Per quanto riguarda le buone pratiche individuate nel progetto e trasferite ad altre regioni del progetto, senza dubbio la natura di ciascuna di esse le rende sostenibili nel tempo. Così, le buone pratiche di natura educativa vanno oltre il progetto, poiché oltre al fatto che le università coprono aree di digitalizzazione del settore agroalimentare, gli HUB ospitano corsi di formazione che saranno replicabili nel tempo, riunendo gli attori chiave del settore agroalimentare. Un altro esempio è quello delle best practice organizzative, dove le iniziative di collaborazione pubblico-privato daranno impulso alle iniziative basate sulla tecnologia. Oppure, ad esempio, quelle di natura tecnica che, attraverso modelli predittivi per la raccolta/analisi dei dati e la sperimentazione di soluzioni digitali, considereranno anche il lungo termine e andranno oltre il progetto.