Luciano Floridi: “Torno in Italia per vincere la partita europea del digitale”
Il Professor Floridi che ha partecipato lo scorso giugno 2020 alla prima edizione completamente digital di Research to Business, ha rilasciato un’intervista all’Huffington Post per spiegare i motivi che lo hanno spinto a lasciare Oxford per l’Università di Bologna e fondare lo European Lab for Digital Ethics and Governance, un punto di riferimento per la ricerca sul digitale.
Di seguito un breve estratto dell’intervista.
Felice e onorato di entrare a far parte dell’Università di Bologna, la prima Alma Mater, con la nuova cattedra di sociologia della cultura e della comunicazione. Una enorme opportunità di ricerca e di collaborazione. Grazie a tutte le persone che hanno contribuito al progetto! pic.twitter.com/K9XSkNv9fY
— Luciano Floridi (@Floridi) January 22, 2021
Professor Floridi, lascerà Oxford per tornare in Italia?
“Conserverò la cattedra di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford, ma inizierò questa nuova esperienza a Bologna. Non è stato facile ottenere la possibilità del doppio incarico ma alla fine ci siamo riusciti, soprattutto grazie all’impegno e all’entusiasmo delle colleghe e dei colleghi di Bologna. Sono un europeista, lo sono sempre stato. Ho votato contro Brexit, che rappresenta un anacronismo autolesionista. Dopo il referendum e i vari governi che si sono alternati in Gran Bretagna, abbiano iniziato a parlare di questo possibile rientro con Francesco Umbertini, il Rettore, e Antonino Rotolo, Prorettore per la Ricerca. Con loro ho condiviso progetti, entusiasmo e la fiducia nelle enorme opportunità offerte sia dall’Alma Mater sia dal sistema italiano. Il Dipartimento di Scienze Giuridiche e il Direttore Michele Caianiello sono stati subito entusiasti. Insieme a loro, ritengo che sia molto importante lavorare e investire nel progetto europeo, e sostenere lo sviluppo del digitale in Italia. Tra le tante ragioni per cui ho accettato c’è la volontà di dare una seria mano al Paese per salire sul podio europeo di chi fa ricerca sul digitale”.
Perché Bologna e quali ambizioni ha questo progetto?
“L’Alma mater è la più antica università del mondo, famosa ovunque per la sua storia, la qualità della sua ricerca, della sua didattica, dei suoi docenti e studenti. È un ateneo ideale in Europa per sviluppare progetti ambiziosi e programmi di ricerca di altissimo livello internazionale. Basti pensare che l’Università di Bologna è uno dei centri selezionati in Europa per il supercalcolo. Arriveranno i grandi computer, i fondi ERC (European research council) e con questi anche cluster di ricercatrici e ricercatori per creare un team di alta qualità”.
Proprio nel momento in cui è diventato evidente agli occhi dell’opinione pubblica quanto sia fondamentale la partita che l’Europa sta giocando sul digitale, lei ha deciso di rilanciare e scendere in campo con la maglia italiana.
“Giochiamo per vincere la partita europea e fare di questo ateneo il centro per eccellenza per l’etica del digitale e il suo impatto sociale. Ma attenzione, l’intenzione è quella di giocare come team italia, vorrei che Bologna diventasse un nodo di coordinamento tra i poli di eccellenza sul digitale di tutte le università italiane, che sono tanti. Per fare sistema e fare sul serio. Faremo leva sui fondi di ricerca pubblici, ma anche quelli delle aziende private che vogliono finanziare la ricerca. Faremo campagna acquisti, aumenteremo i posti di per chi vuole studiare e fare ricerca nell’ambito del digitale”.
Leggi l’intervista integrale sul sito di Huffington Post