Le dinamiche del mercato del lavoro dell’Emilia-Romagna nei primi 5 mesi del 2021
I dati elaborati a partire dalle comunicazioni obbligatorie del Sistema informativo lavoro in Emilia-Romagna (SILER) mettono in evidenza come, nei primi quattro mesi del 2021, anche in Emilia-Romagna, le assunzioni di lavoro dipendente hanno conosciuto una fase di stasi per effetto delle reiterate misure di confinamento imposte dall’emergenza sanitaria. Il significativo allentamento delle stesse ha però prodotto, nel mese di maggio, un nuovo «rimbalzo» delle assunzioni (+18,9% rispetto al mese di aprile), dovuto in gran parte alla ripresa delle attività del terziario.
Pertanto, nel periodo gennaio-maggio 2021, il saldo fra attivazioni e cessazioni dei rapporti di lavoro, nelle unità locali delle imprese e delle istituzioni residenti in Emilia-Romagna, ha misurato un incremento delle posizioni dipendenti pari a 16,2 mila unità (al netto dei fenomeni di stagionalità).
La crescita delle posizioni dipendenti nei primi cinque mesi del 2021 si è concentrata nell’industria in senso stretto e nelle altre attività dei servizi, una crescita dipesa largamente dalla domanda pubblica. Invece nel settore commercio, alberghi e ristoranti le posizioni dipendenti sono aumentate meno, così come variazioni modeste si sono rilevate per le costruzioni e l’agricoltura.
La richiesta di ammortizzatori sociali da parte delle imprese regionali si è mantenuta su livelli alti anche nella prima parte del 2021: tra gennaio e maggio, le ore autorizzate di Cassa integrazione guadagni (CIG) e di fondi di solidarietà (FIS) sono state 116,7 milioni. Sebbene il volume complessivo di ore autorizzate sia risultato finora inferiore al dato 2020 (259,5 milioni di ore nei primi cinque mesi, 417,8 milioni nei dodici mesi), il flusso 2021 di CIG e FIS resta comunque superiore al dato 2019 (pre-covid) e anche al 2010, che fino alla pandemia aveva rappresentato il picco della serie storica regionale.
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