Scenari previsionali settoriali dell’Emilia-Romagna
La nuova edizione degli scenari previsionali settoriali dell’Emilia-Romagna, elaborata da ART-ER in collaborazione con Prometeia, assume come orizzonte temporale il periodo 2020-2024. Le stime previsionali riguardano il particolare il valore aggiunto, i consumi finali delle famiglie, gli investimenti fissi lordi, le esportazioni internazionali e le unità di lavoro, declinati per branca di attività economica.
Per il 2022 ci si attende una crescita del valore aggiunto regionale attorno al 2,4% (a valori reali), stima ridimensionata negli ultimi mesi a causa del generale peggioramento del quadro economico. Su livelli simili la crescita stimata per il biennio 2023-2024 (rispettivamente pari a +2,7% e +2,2%), che si posizionerebbe al di sopra della media del passato decennio.
Per il 2022 ci si attende una crescita zero del valore aggiunto dell’industria in senso stretto ed una ripresa più consistente nel biennio 2023-2024 (+2,7% e +2,5%). A livello settoriale il quadro risulta essere più variegato, in quanto da un lato si segnala la difficoltà di alcune industrie a recuperare i livelli del 2019, dall’altro lato sono diversi i settori che hanno invece importanti opportunità di crescita. Nell’ambito della manifattura, la crescita più intensa da qui al 2024 dovrebbe riscontrarsi nel settore dei prodotti chimici, nella farmaceutica, nel settore ceramico, nelle industrie alimentari, delle bevande e del tabacco.
Le prospettive di crescita sono particolarmente robuste per il settore delle costruzioni e delle opere pubbliche, che dovrebbe avvantaggiarsi dei provvedimenti a sostegno dell’edilizia residenziale privata e della riqualificazione dell’edilizia pubblica e del programma di opere pubbliche inserito nel PNRR. Dopo la caduta del -5,0% del valore aggiunto settoriale nel 2020, si è assistito nel 2021 ad una ripresa eccezionale (+22,1%), che ha consentito al settore di riportarsi al di sopra del livello pre-emergenziale. Nel triennio successivo la crescita del settore, pur stimata in rallentamento, dovrebbe mantenersi comunque su tassi elevati (rispettivamente +8,6% nel 2022, +5,9% nel 2023 e +3,3% nel 2024).
A differenza dell’industria le prospettive per il 2022 per i servizi sono positive (+3,0%), anche grazie al recupero di alcuni dei settori più colpiti dalla pandemia. Il recupero dei livelli di attività pre-pandemici nel terziario sarà comunque lento e verrà raggiunto solo nel 2023. In generale la ripresa della domanda per consumi delle famiglie condizionerà le prospettive di diversi settori del terziario, come è particolarmente evidente per le attività connesse al turismo, che recuperano solo parzialmente i livelli del 2019.
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