Premio internazionale Louis-Jeantet 2020 a Graziella Pellegrini e Michele De Luca
I Premi Louis-Jeantet sono assegnati ogni anno a ricercatori di spicco che svolgono la propria attività in uno dei paesi membri del Consiglio d’Europa.
Tra i più importanti in Europa, i Premi Louis-Jeantet incoraggiano e sostengono l’eccellenza scientifica. Non sono destinati a ricompensare studi già ultimati, bensì a finanziare la prosecuzione di progetti di ricerca innovativi.
La storia della Fondazione Louis-Jeantet
La Fondazione Louis-Jeantet ha come obiettivo il progresso della medicina e la difesa dell’identità e della ricerca biomedica europea nella competizione internazionale. Voluta da Louis Jeantet, uomo d’affari francese e svizzero d’adozione, e istituita in seguito alla sua scomparsa, l’istituzione scientifica ha sede a Ginevra (Svizzera) ed ha avviato la sua attività nel 1983.
La Fondazione destina ogni anno circa 3 milioni di franchi svizzeri, ripartiti tra progetti di ricerca europei e locali, per sostenere la ricerca biomedica. In ambito svizzero, la Fondazione sostiene lo sviluppo dell’insegnamento e della ricerca presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Ginevra ed incoraggia inoltre, attraverso il finanziamento di progetti di ricerca, la cooperazione tra questa Facoltà e le grandi scuole e gli ospedali universitari della regione del Lago di Ginevra.
Dal 1986 ad oggi, i Premi Louis-Jeantet sono stati attribuiti a 93 ricercatori: 27 in Gran Bretagna, 17 in Svizzera, 16 in Germania, 14 in Francia, 4 in Svezia e in Italia, 3 nei Paesi Bassi, 2 in Austria, 2 in Belgio, 2 in Finlandia, e 2 in Norvegia. Tra i 93 ricercatori premiati, 13 hanno successivamente ricevuto il Premio Nobel per la fisiologia o la medicina, o il Premio Nobel per la chimica.
Per il 2020, i 500mila franchi svizzeri del premio (oltre 464mila euro) vanno a Graziella Pellegrini e Michele De Luca del Centro di medicina rigenerativa Stefano Ferrari dell’università di Modena e Reggio Emilia, pionieri della medicina rigenerativa basata su cellule staminali.
La cerimonia di premiazione si svolgerà il 22 aprile a Ginevra.
Gli studi sulle cellule staminali epiteliali
Pellegrini e Michele De Luca hanno dedicato le loro carriere scientifiche alla ricerca di base sulle cellule staminali epiteliali per l’applicazione clinica nella medicina rigenerativa. In quest’area, il loro lavoro è stato determinante. Nel 2015, l’Agenzia europea per i medicinali raccomanda l’approvazione di Holoclar, il primo farmaco per terapia avanzata a base di cellule staminali sviluppato da Pellegrini e De Luca.
Holoclar è un prodotto di ingegneria dei tessuti per terapie avanzate su pazienti con deficit di cellule staminali limbari (LSCD), le cellule che si trovano in una ristretta zona tra la cornea e la congiuntiva.
I loro studi sull’uso delle cellule staminali epidermiche umane in coltura ha anche permesso il trattamento di pazienti affetti da vitiligine e piebaldismo, nonché da ustioni di terzo grado. Hanno inoltre combinato terapia cellulare e terapia genica per trattare con successo un paziente pediatrico affetto da una grave malattia della pelle, l’Epidermolisi Bollosa comunemente detta “Sindrome dei Bambini Farfalla”. Il trattamento si è rivelato salvavita e ha permesso il pieno recupero della qualità della vita al piccolo paziente.
Le reazioni al premio
“Impiegheremo i fondi ottenuti grazie a questo premio per continuare le nostre ricerche sulle nuove terapie cellulari e geniche mirate alla ricostruzione di tessuti e organi irrimediabilmente danneggiati sia in pazienti con lesioni corneali sia per curare pazienti affetti da devastanti malattie genetiche della pelle” hanno dichiarato Graziella Pellegrini e Michele De Luca.
“Il premio destinato ai colleghi Graziella Pellegrini e Michele De Luca conferma il valore internazionale delle loro ricerche – ha affermato il Magnifico Rettore di Unimore Carlo Adolfo Porro – e l’importanza dei risultati scientifici raggiunti nella cura di malattie rare altrimenti senza rimedio. La decisione della Fondazione Louis-Jeantet ci riempie dunque di orgoglio e sostiene ulteriormente il nostro impegno a favore dell’attività del Centro di Medicina Rigenerativa “Stefano Ferrari”, una vera e propria eccellenza mondiale nel campo della ricerca biomedica. A Graziella e Michele rivolgo i complimenti dell’Ateneo per questo ulteriore prestigioso riconoscimento”.
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