La Rete dei Tecnopoli dell’Emilia-Romagna spinge l’innovazione negli ambiti sanità e salute
L’eccellenza e l’innovazione che viene espressa dai Laboratori della Rete Alta Tecnologia – localizzati presso la Rete dei Tecnopoli regionali intercetta ampiamente le priorità identificate dalla Strategia di Specializzazione Intelligente dell’Emilia-Romagna – S3 che costituisce una vera e propria “road map”della programmazione regionale per i Fondi europei destinati alla ricerca fino al 2027.
Tra queste priorità gli aspetti correlati all’innovazione in ambito sanitario hanno acquisito un’importanza sempre più rilevante e negli ultimi anni numerosi sono stati i progetti realizzati dai laboratori e valorizzati attraverso l’attività dei Tecnopoli, luoghi preposti per favorire la collaborazione tra i laboratori di ricerca e le aziende del territorio.
Per la sanità del futuro: prevenzione e digitalizzazione
Tra le direttrici previste nella Strategia di Specializzazione Intelligente 2021-2027 si evidenziano, in particolare, la prevenzione e la digitalizzazione, riconosciute come leve capaci di rispondere alle sfide dell’invecchiamento e rendere sostenibile il sistema sanitario.
Il comparto della salute e del benessere in Emilia-Romagna comprende settori industriali altamente specialistici, centri di eccellenza nella produzione e nella ricerca, ma anche una rete articolata dei servizi di cura con centri ospedalieri attrattivi anche nella ricerca e nella sperimentazione.
La filiera della Salute e benessere, con le sue quasi 47 mila imprese (12% del totale regionale e 8% di quello nazionale) e i 146 mila addetti (8% sul regionale) fa segnare un trend occupazionale in crescita anche nel lungo periodo.
Biomedicale, farmaceutica e wellness guidano la crescita del settore
Il comparto biomedicale (apparecchi elettromedicali, protesi) guida questa filiera, seguito dal farmaceutico e dai prodotti salutistici, con un importante segmento più strettamente legato al benessere, sia dal punto di vista dello sport e fitness. L’export della filiera della Salute e del Benessere rappresenta il 5,0% dell’export totale regionale. Un compartimento che raggiunge quindi una dimensione internazionale su cui insistono progetti fortemente innovativi.
Presso il Tecnopolo di Ozzano laboratori specializzati nello sviluppo di nuovi farmaci
I laboratori ospitati presso il Tecnopolo di Ozzano (BO) sono altamente specializzati nello sviluppo di nuovi farmaci convenzionali e innovativi, di soluzioni per la medicina rigenerativa anche con biomateriali. Nello specifico, all’interno della struttura operano laboratori di colture cellulari, morfologia, proteomica, biologia cellulare, biologia molecolare, microscopia avanzata, analisi d’immagine e vengono utilizza le tecniche bioinformatiche e le opportunità offerte dall’intelligenza artificiale per sviluppare nuovi approcci per la diagnostica e per la terapia.
Mat2Rep, un progetto sulle patologie invalidanti del sistema nervoso centrale e della cute
Tra i progetti in corso presso il Tecnopolo va segnalato il progetto Mat2Rep, che incrocia la ricerca medica e quella sui materiali innovativi: l’obiettivo è la ricerca, lo sviluppo e il testing di terapie e strumenti per il ‘self-repair’.
Qui si studiano nuove soluzioni tecnologiche riguardanti lesioni e patologie invalidanti del sistema nervoso centrale e della cute (ulcere croniche), che conferiscono quindi a Mat2Rep una forte valenza per l’ambito della disabilità.
Queste soluzioni puntano a favorire l’autoriparazione dei tessuti attraverso strumenti capaci di stimolare cellule staminali e precursori endogeni, e nel contempo ridurre l’influenza dei fattori che ostacolano l’autoriparazione.
Collaborazione tra il Tecnopolo di Ozzano e l’Università di Siena sulla malattia di Pompe
Un altro progetto dalle forti potenzialità promosso e sostenuto dal Tecnopolo di Ozzano e sviluppato dai laboratori che a Ozzano trovano sede in collaborazione con l’Università di Siena, è rivolto alla ricerca di nuove terapie per la malattia di Pompe, o Glicogenesi di tipo II.
Si tratta di una patologia genetica rara, caratterizzata dalla mancata degradazione del glicogeno, il quale si accumula in diversi tessuti tra cui il sistema nervoso centrale, il cuore, il fegato, i muscoli scheletrici, causandone un progressivo indebolimento.
L’obiettivo delle ricerche in corso è quello di arrivare a una cura definitiva che non richieda una terapia lungo tutta la vita: un approccio totalmente risolutivo volto a correggere il difetto genetico.
A Modena nuove tecnologie per lo screening di materiali rivolti alle scienze della vita
Presso la sede di Mirandola del Tecnopolo di Modena compie, invece, passi avanti un progetto dalle prospettive rivoluzionarie, che ha l’obiettivo di sviluppare e validare una piattaforma tecnologica denominata CubiBox, in grado di realizzare kit per eseguire, in modo facile e rapido, test di screening ex- vivo di nuovi materiali, nuove funzionalizzazioni e test di efficacia e sicurezza su composti o molecole utilizzate nell’ambito scienze della vita.
La piattaforma è basata su tessuti biologici complessi di origine umana quali la cute e il vaso sanguigno per realizzare due kit, SkinBOX e VesselBOX, semplici da utilizzare, anche senza competenze precise, per i test di screening.
Terapie avanzate per la Sindrome dei bambini farfalla
In collaborazione con il Centro Interdipartimentale Cellule Staminali e Medicina Rigenerativa (CIDSTEM) dell’Università di Modena e Reggio Emilia, presso il Tecnopolo di Mirandola è stato sviluppato, inoltre, il progetto Hologene7 2.0, modello di sviluppo di una terapia avanzata a base di cellule staminali geneticamente corrette.
I principali obiettivi sono ottimizzare la sicurezza e l’efficacia della terapia genica ex-vivo per la forma distrofica dell’Epidermolisi Bollosa, nota anche come Sindrome dei bambini farfalla, fortemente invalidante. Una malattia genetica ereditaria rara, che provoca bolle e lesioni in corrispondenza della pelle e delle mucose interne.
Hologene intende sviluppare la tecnologia di diagnosi e caratterizzazione genomica di questa patologia, in grado di abbattere notevolmente i tempi e i costi della diagnosi tradizionale e fornire dati genetico-molecolari più completi ed accurati.
Si studia il muco delle diverse lumache per uso cosmetico e sanitario
HelixRECovery è un altro progetto, che vede la collaborazione dei laboratori presenti presso il Tecnopolo modenese con l’Università di Ferrara e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna.
Il progetto è incentrato sul recupero della sostanza mucosa di scarto da allevamenti di chiocciole. Il suo scopo è determinare la composizione degli estratti mucosi delle diverse specie di gasteropodi.
Questi dati porranno le basi per ottenere un derivato standardizzato per la sua applicazione in ambito cosmetico e farmaceutico: attualmente infatti il muco di lumaca è ampiamente utilizzato nella produzione di creme, sciroppi o altri dispositivi medici in base alla caratteristiche funzionali.
Le proprietà biologiche di tale sostanza non sono però dimostrate: il progetto si propone di dimostrarle e definire uno standard quali-quantitativo dei componenti presenti all’interno del secreto: metaboliti primari quali proteine, zuccheri, grassi e metalli e i metaboliti secondari.
Grazie ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna la ricerca viene valorizzata
È evidente come la condizione pandemica abbia posto all’attenzione di tutti il settore della ricerca rivolta alla medicina, la salute e il benessere, che dall’essere un tema seguito principalmente da tecnici e operatori, oggi è al centro dell’interesse della collettività e dei media.
La Rete dei Tecnopoli dell’Emilia-Romagna è un punto di riferimento per l’innovazione in questi ambiti, come dimostrano i progetti presentati, ed altri che saranno illustrati nella seconda parte di questo approfondimento